Microbit (scritto più correttamente micro:bit) è essenzialmente una scheda elettronica dotata di microprocessore, cioè è come la scheda Arduino più nota nel mondo dei makers.
Microbit è quindi un microcomputer che si può programmare tramite il computer, collegandolo semplicemente con un cavetto USB. Per programmare Microbit si utilizza il linguaggio a blocchi, come quello di Scratch, che abbiamo usato anche nei laboratori di coding dentro a Minecraft.
La potenza di Microbit, rispetto alla scheda Arduino, è nei sensori e nei dispositivi che ha già incorporati e che la rendono, quindi, molto interessante anche per tutti i makers adulti (i più esperti possono programmarla anche con altri linguaggi).
La scheda si presenta così:
Oltre al microprocessore, ci sono 25 led che costituiscono una matrice di luci da utilizzare a proprio piacere, ci sono due bottoni programmabili, è dotata di bluetooth per comunicare con altre schede, ha un sensore di temperatura, un sensore di luce, ha un accelerometro quindi può misurare i movimenti e ha un magnetometro quindi può essere utilizzata come bussola. Come se non bastasse ha dei pin per collegare sensori e dispositivi esterni.
Questo gioiellino di elettronica è nato in Gran Bretagna da un progetto della BBC per la diffusione della cultura informatica nelle scuole, è infatti tutto pensato per i più piccoli: dalla comunicazione del prodotto, alla programmazione, alla connettività, fino alla community degli utenti (sul sito sono anche raccolti i progetti di ragazzi, studenti e professori).
Laboratori di coding con Microbit a Cusano Milanino, Milano
Organizziamo periodicamente dei laboratori di coding per bambini e ragazzi, la cui durata e specificità sono indicate di volta in volta nel programma dei nostri appuntamenti. Cerchiamo di costruire i laboratori sempre in modo diverso, per offrire stimoli nuovi nell’utilizzo della tecnologia e dell’informatica.
L’università di Washington ha messo a punto un nuovo microprocessore che funziona ad onde radio con l’energia disponibile nell’ambiente, senza il bisogno di batterie. La grossa novità sta nella possibilità di riprogrammare il microprocessore senza doverlo collegare ad un dispositivo, ma direttamente tramite onde radio.
Il progetto, il cui none è WISP (acronimo che sta per Wireless Identification and Sensing Platform), rispetto alle tecnologie simili che sono fiorite negli ultimi anni ha la capacità di scrivere su una memoria in maniera efficiente utilizzando l’energia ambientale, è quindi autonoma e attivo, non deve essere colpito da un lettore ad onde radio per essere attivato come RFID e NFC tag.
Inoltre, tramite un opportuno dispositivo ad onde radio, può ricevere un nuovo programma che viene memorizzato sul microchip. Cioè può essere riprogrammato, cosa che fino ad ora non si riusciva a fare.
E’ quindi un computer riprogrammabile wireless, senza batterie. Tipo un Arduino, ma che va senza pile.
Il microchip, tuttavia, è ancora poco potente (è a 16 bit e ha una frequenza di 16 MHz) e la memoria a disposizione è poca rispetto agli standard attuali dei computer (64k), ma può essere già utilizzato per leggere dati ambientali tipo umidità e temperatura e salvarli nella sua memoria, per restituirli successivamente passando il dispositivo vicino ad un lettore. Come dice il video, immaginate voi i risvolti per il futuro:
Questa nuova tecnologia potrebbe essere un’innovazione importante per lo sviluppo dell’Internet delle Cose (IoT), e potrebbe essere una di quelle innovazioni che fanno un po’ recuperare terreno all’industria tecnologica, rispetto alla Legge di Moore, che ormai è data per morta.
Con Arduino si possono modificare gli oggetti di uso comune e ricavarne prodotti originali, che distinguono i loro possessori dalla moltitudine. Un bell’esempio ci viene da questo ragazzino indiano, Vinayan Hari, che ha modificato il suo zaino di scuola inserendo sul retro una matrice di led pixel comandata da un Arduino, che utilizza un accelerometro per determinare se lo zaino è appoggiato per terra o in spalla metre cammini.
Quando lo zaino si muove il display a led inizia ad animarsi, quando lo appoggi il display si spegne. In questo caso l’animazione scelta mostra dei robottini pixellati di Space Invaders, ma quello che si può fare dipende solo dalla fantasia di ognuno. Ecco il risultato:
Il progetto (utile, anche, come luce dietro se vai in bici la sera) è semplice e l’occorrente è poco: pila da 9 volt, accelerometro, Arduino, matrice di led e cavetteria varia. Poi, magari, cucirlo all’interno dello zaino richiede l’aiuto della mamma. 🙂
Il software e i dettagli del progetto sono sul sito indiano diyhacking.com.